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Decreto Legge 2025 Ius Sanguinis: Cosa Cambia + Breve storia della Cittadinanza Italiana

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La cittadinanza rappresenta uno dei legami più profondi tra l’individuo e lo Stato, definendo diritti e doveri reciproci e plasmando il senso di appartenenza a una comunità nazionale. In un mondo caratterizzato da crescente mobilità umana e interconnessione globale, il concetto di cittadinanza assume un’importanza fondamentale, sia per gli individui che per la società nel suo complesso.

In questa sede andremo a esplorare la cittadinanza italiana nella sua evoluzione storica, nella sua configurazione attuale e nelle sue possibili prospettive future. L’Italia, con la sua ricca storia di emigrazione e la sua più recente esperienza come paese di immigrazione, offre un caso di studio particolarmente interessante per comprendere come il concetto di cittadinanza si trasformi in risposta ai cambiamenti sociali, demografici, politici e culturali.

Table of Contents

PARTE I: LA PROSPETTIVA STORICA

LE RADICI STORICHE: DALL’ANTICHITÀ ALL’UNITÀ D’ITALIA

Il Concetto di Cittadinanza nell’Antichità Romana

Le radici del concetto moderno di cittadinanza in Italia affondano nell’antica Roma, dove la civitas romana rappresentava un modello giuridico avanzato che distingueva tra cittadini (cives) e non cittadini. Inizialmente riservata agli abitanti di Roma, la cittadinanza romana fu progressivamente estesa, culminando con l’Editto di Caracalla (212 d.C.), che la concesse a tutti gli abitanti liberi dell’Impero.

La cittadinanza romana conferiva importanti diritti civili e politici, tra cui il ius suffragii (diritto di voto), il ius honorum (diritto di ricoprire cariche pubbliche) e il ius commercii (diritto di concludere contratti validi). Questo sistema influenzò profondamente lo sviluppo giuridico europeo e, di conseguenza, anche quello italiano.

Il Medioevo e l’Età Moderna: Frammentazione e Appartenenze Locali

Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e durante tutto il Medioevo, il concetto unitario di cittadinanza si frammentò. Nella penisola italiana, divisa in numerosi Stati, principati e repubbliche, l’appartenenza civica si definiva principalmente in relazione alla città o al territorio di residenza. Le città-stato italiane, come Venezia, Firenze e Genova, svilupparono propri sistemi di cittadinanza, spesso basati su criteri di nascita, residenza, proprietà e talvolta anche su privilegi concessi dal sovrano.

In questo periodo, la cittadinanza era strettamente legata al concetto di “sudditanza”, che esprimeva il rapporto di subordinazione del singolo al sovrano. I diritti e i doveri derivavano non tanto da un’appartenenza nazionale, quanto dal legame con il territorio e con l’autorità che lo governava.

L’Illuminismo e le Rivoluzioni: Verso un Nuovo Concetto di Cittadinanza

Le idee illuministe del XVIII secolo e le rivoluzioni americana e francese introdussero una nuova concezione di cittadinanza, basata sui principi di uguaglianza, libertà e fraternità. La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino (1789) segnò un punto di svolta, affermando che i diritti non derivavano più dalla volontà del sovrano, ma appartenevano naturalmente a tutti gli esseri umani.

Queste idee influenzarono profondamente il dibattito politico italiano durante il Risorgimento. Intellettuali e patrioti come Giuseppe Mazzini elaborarono una visione della cittadinanza che andava oltre l’appartenenza locale, abbracciando l’idea di una nazione italiana unita.

L’Unificazione Italiana e la Prima Legislazione sulla Cittadinanza

Con l’unificazione d’Italia nel 1861, emerse la necessità di definire chi fosse “italiano” in termini giuridici. Il primo Codice Civile del Regno d’Italia (1865) stabilì le norme sulla cittadinanza, adottando principalmente il principio dello ius sanguinis (diritto di sangue), secondo cui la cittadinanza si trasmetteva per discendenza. Questa scelta rifletteva la necessità di mantenere un legame con i numerosi emigranti italiani all’estero, considerati parte della nazione nonostante la loro residenza in altri paesi.

Il Codice del 1865 prevedeva che:

  • Fosse cittadino italiano il figlio di padre italiano
  • La donna italiana che sposava uno straniero perdeva la cittadinanza italiana
  • Lo straniero poteva ottenere la cittadinanza italiana dopo cinque anni di residenza nel Regno, o dopo tre anni se avesse reso servizi importanti all’Italia

Questa legislazione rifletteva le concezioni patriarcali dell’epoca e la subordinazione della donna al marito, anche in materia di cittadinanza.

L’ITALIA LIBERALE E L’EMIGRAZIONE DI MASSA (1870-1922)

La Grande Emigrazione e le Sue Conseguenze sulla Cittadinanza

Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, l’Italia fu teatro di un fenomeno migratorio di proporzioni enormi. Milioni di italiani lasciarono il paese in cerca di migliori condizioni di vita, principalmente verso le Americhe e altri paesi europei. Questa “Grande Emigrazione” pose nuove sfide alla legislazione sulla cittadinanza.

Il governo italiano, consapevole dell’importanza economica delle rimesse degli emigranti e del potenziale valore politico e culturale delle comunità italiane all’estero, rafforzò il principio dello ius sanguinis. La cittadinanza italiana veniva mantenuta anche dopo generazioni, a meno che non vi fosse una rinuncia esplicita o l’acquisizione volontaria di un’altra cittadinanza.

La Legge sulla Cittadinanza del 1912

Nel 1912 fu approvata una nuova legge organica sulla cittadinanza (Legge n. 555 del 13 giugno 1912), che rimase in vigore per ottant’anni. Questa legge confermò e rafforzò il principio dello ius sanguinis, stabilendo che:

  • Era cittadino italiano il figlio di padre italiano
  • La cittadinanza si trasmetteva automaticamente per discendenza paterna
  • La donna italiana che sposava uno straniero perdeva la cittadinanza italiana
  • La donna straniera che sposava un italiano acquisiva automaticamente la cittadinanza italiana
  • La naturalizzazione poteva essere concessa dopo cinque anni di residenza, ridotti a tre in casi speciali
  • La doppia cittadinanza era generalmente evitata, prevedendo la perdita automatica della cittadinanza italiana in caso di acquisizione volontaria di una cittadinanza straniera

Questa legge rifletteva la concezione dell’epoca della famiglia come unità fondamentale della società, con il padre come capofamiglia e la donna in posizione subordinata. Inoltre, esprimeva la preoccupazione dello Stato italiano di mantenere un legame con i milioni di emigrati, considerati parte della nazione nonostante la loro residenza all’estero.

IL PERIODO FASCISTA (1922-1945)

La Cittadinanza come Strumento Politico

Durante il regime fascista, la cittadinanza divenne uno strumento politico al servizio dell’ideologia nazionalista. Il fascismo promosse una concezione della cittadinanza basata sull’appartenenza etnica e culturale alla “stirpe italiana”, piuttosto che su principi puramente giuridici.

Furono introdotte diverse modifiche alla legislazione sulla cittadinanza, tra cui:

  • Facilitazioni per l’acquisizione della cittadinanza da parte di stranieri di “origine italiana”
  • Restrizioni per la naturalizzazione di stranieri considerati “non assimilabili”
  • Revoca della cittadinanza per motivi politici (ad esempio, per gli oppositori del regime espatriati)

Le Leggi Razziali e la Discriminazione nella Cittadinanza

Un capitolo particolarmente oscuro nella storia della cittadinanza italiana fu l’introduzione delle leggi razziali nel 1938. Queste leggi discriminatorie crearono una categoria di “cittadini di seconda classe”, privando gli ebrei italiani di numerosi diritti civili e politici, pur mantenendo formalmente la loro cittadinanza.

Il Regio Decreto Legge n. 1728 del 17 novembre 1938 (“Provvedimenti per la difesa della razza italiana”) introdusse limitazioni ai diritti dei cittadini “di razza ebraica”, vietando loro, tra l’altro, di:

  • Prestare servizio militare
  • Esercitare la tutela di minori non ebrei
  • Essere proprietari di aziende di interesse per la difesa nazionale
  • Possedere terreni o fabbricati oltre certi valori
  • Avere domestici “di razza ariana”

Queste leggi rappresentarono una grave violazione dei principi di uguaglianza e non discriminazione che sono alla base del concetto moderno di cittadinanza.

LA REPUBBLICA ITALIANA E LA COSTITUZIONE (1946-1992)

La Cittadinanza nella Costituzione Repubblicana

Con la caduta del fascismo e la nascita della Repubblica Italiana, il concetto di cittadinanza fu profondamente rinnovato. La Costituzione del 1948, pur non contenendo una disciplina organica della cittadinanza, stabilì principi fondamentali che ne influenzarono l’evoluzione:

  • Il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge (art. 3)
  • La parità tra uomo e donna (art. 3 e 29)
  • La tutela delle minoranze linguistiche (art. 6)
  • Il diritto d’asilo per gli stranieri perseguitati (art. 10)
  • Il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli (art. 11)

Questi principi costituzionali portarono gradualmente a una revisione della legislazione sulla cittadinanza ereditata dal periodo precedente.

L’Evoluzione Giurisprudenziale e le Riforme Parziali

Nonostante la Costituzione avesse introdotto il principio di parità tra uomo e donna, la legge sulla cittadinanza del 1912 rimase formalmente in vigore, con le sue disposizioni discriminatorie. Fu grazie all’intervento della Corte Costituzionale che, a partire dagli anni ’70, alcune di queste norme furono dichiarate incostituzionali.

In particolare, con la sentenza n. 87 del 1975, la Corte Costituzionale dichiarò l’illegittimità costituzionale della norma che prevedeva la perdita automatica della cittadinanza italiana per la donna che sposava uno straniero. Successivamente, con la legge n. 151 del 1975 (Riforma del diritto di famiglia), fu stabilito che il matrimonio con uno straniero non comportava più né l’acquisto né la perdita automatica della cittadinanza.

Un’altra importante riforma fu introdotta con la legge n. 123 del 1983, che stabilì la trasmissione della cittadinanza italiana anche per via materna, riconoscendo così pienamente il principio di parità tra i sessi. Questa legge ebbe effetto retroattivo limitato, applicandosi ai figli nati dopo il 1° gennaio 1948 (data di entrata in vigore della Costituzione).

L’Immigrazione e le Nuove Sfide alla Cittadinanza

A partire dagli anni ’70, l’Italia, tradizionalmente paese di emigrazione, iniziò a diventare meta di flussi migratori significativi. Questo cambiamento pose nuove sfide alla legislazione sulla cittadinanza, ancora basata principalmente sul principio dello ius sanguinis e poco adatta a gestire l’integrazione dei nuovi residenti.

Le prime leggi organiche sull’immigrazione (come la “Legge Martelli” del 1990) iniziarono ad affrontare il tema dell’integrazione degli stranieri, ma la riforma complessiva della cittadinanza dovette attendere fino al 1992.

Tabella 1: Evoluzione storica delle leggi sulla cittadinanza italiana

PeriodoLegge principaleCaratteristiche principaliNote/Implicazioni
1865–1912Codice Civile Italiano (1865)Introduzione dello ius sanguinis (linea paterna)Cittadinanza trasmessa principalmente dal padre
1912–1948Legge n. 555 (1912)Confermato ius sanguinis, doppia cittadinanza limitataPerdita della cittadinanza con naturalizzazione volontaria all’estero
1948–1992Costituzione (1948) e decisioni giudiziarieTrasmissione materna della cittadinanza dal 1948Parità di genere graduale; riconoscimenti giudiziari per casi precedenti il 1948
1992–oggiLegge n. 91 (1992)Consentita la doppia cittadinanza; naturalizzazione più severaApertura alla diaspora globale, ma regole più severe per gli immigrati

LA LEGGE SULLA CITTADINANZA DEL 1992 E I SUOI SVILUPPI

La Legge n. 91 del 1992: Principi e Innovazioni

La legge 5 febbraio 1992, n. 91, rappresenta la normativa attualmente in vigore sulla cittadinanza italiana. Questa legge, pur mantenendo il principio dello ius sanguinis come cardine del sistema, introdusse diverse innovazioni:

  • Riconoscimento pieno della trasmissione della cittadinanza per via materna
  • Accettazione esplicita della doppia cittadinanza
  • Valorizzazione della volontà individuale nell’acquisto e nella perdita della cittadinanza
  • Possibilità di riacquisto della cittadinanza per gli ex cittadini italiani
  • Facilitazioni per l’acquisto della cittadinanza da parte di stranieri di origine italiana

La legge del 1992 rifletteva ancora una concezione della cittadinanza fortemente legata ai legami di sangue e all’appartenenza etnico-culturale, con un’attenzione particolare ai discendenti degli emigrati italiani. Allo stesso tempo, risultava piuttosto restrittiva nei confronti degli immigrati di prima generazione, richiedendo dieci anni di residenza legale per la naturalizzazione ordinaria.

Le Modifiche Successive e i Tentativi di Riforma

Negli anni successivi, la legge sulla cittadinanza ha subito alcune modifiche, principalmente in senso restrittivo:

  • Il D.L. 113/2018 (c.d. “Decreto Sicurezza”) ha introdotto requisiti più stringenti per l’acquisizione della cittadinanza per naturalizzazione, tra cui una conoscenza adeguata della lingua italiana e l’allungamento dei tempi di elaborazione delle domande
  • È stato introdotto l’istituto della revoca della cittadinanza per i naturalizzati condannati per gravi reati di terrorismo

Allo stesso tempo, vi sono stati numerosi tentativi di riforma più ampia, in particolare per introdurre elementi di ius soli temperato o ius culturae (cittadinanza legata al percorso scolastico), ma finora nessuno di questi tentativi è giunto a compimento.

IL QUADRO NORMATIVO VIGENTE

La Legge 5 Febbraio 1992, n. 91

La legge 5 febbraio 1992, n. 91 costituisce il pilastro fondamentale della disciplina attuale della cittadinanza italiana. Questa legge, che ha sostituito la precedente normativa risalente al 1912, si basa su alcuni principi cardine:

  1. Predominanza dello ius sanguinis: la cittadinanza si trasmette principalmente per discendenza, da genitori a figli.
  2. Riconoscimento della parità di genere: sia il padre che la madre trasmettono ugualmente la cittadinanza ai figli.
  3. Accettazione della doppia cittadinanza: a differenza della legislazione precedente, la legge del 1992 consente esplicitamente il possesso contemporaneo di più cittadinanze.
  4. Valorizzazione della volontà individuale: l’acquisto e la perdita della cittadinanza sono in molti casi subordinati a una manifestazione di volontà dell’interessato.
  5. Attenzione ai legami con la diaspora italiana: la legge facilita il riacquisto della cittadinanza per gli ex cittadini italiani e l’acquisizione per i loro discendenti.

Regolamenti di Attuazione e Modifiche Successive

La disciplina della cittadinanza è completata da diversi regolamenti di attuazione, in particolare:

  • Il DPR 12 ottobre 1993, n. 572, che contiene norme di attuazione della legge sulla cittadinanza.
  • Il DPR 18 aprile 1994, n. 362, che regola i procedimenti di acquisto della cittadinanza.

Nel corso degli anni, la legge del 1992 ha subito alcune modifiche, tra cui:

  • La legge 94/2009 (c.d. “Pacchetto sicurezza”), che ha introdotto requisiti più stringenti per l’acquisizione della cittadinanza per matrimonio.
  • Il D.L. 113/2018 (c.d. “Decreto Sicurezza”), convertito con legge 132/2018, che ha allungato i termini per la conclusione dei procedimenti di concessione della cittadinanza, ha introdotto il requisito della conoscenza della lingua italiana e ha previsto la possibilità di revoca della cittadinanza per i naturalizzati condannati per gravi reati di terrorismo.
  • La legge 173/2020, che ha ridotto i termini massimi per la conclusione dei procedimenti di concessione della cittadinanza.

Tabella 2: Confronto tra Jus Sanguinis e Jus Soli in Italia

CriterioJus Sanguinis (per discendenza)Jus Soli (per nascita sul territorio)
Principio principaleCittadinanza ereditata da genitori italianiLuogo di nascita irrilevante salvo casi di apolidia
Limite generazionaleStoricamente illimitato; limitato dal 2025 (fino ai nonni)Nessuna cittadinanza automatica per nascita
Riconoscimento automaticoSì, dopo verifica della discendenzaSolo per bambini abbandonati o apolidi
Beneficiari tipiciDiscendenti degli emigratiFigli di genitori apolidi o sconosciuti
ControversieConsiderato troppo ampio, consente richieste remoteCriticato per l’esclusione delle seconde generazioni di immigrati

MODALITÀ DI ACQUISIZIONE DELLA CITTADINANZA ITALIANA

Cittadinanza per Nascita (Ius Sanguinis)

Il principio fondamentale su cui si basa l’ordinamento italiano è lo ius sanguinis, secondo cui la cittadinanza si trasmette per discendenza. Secondo l’art. 1 della legge 91/1992:

  • È cittadino italiano per nascita il figlio di padre o madre cittadini italiani.
  • È cittadino italiano chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono.
  • È considerato cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato nel territorio della Repubblica, se non venga provato il possesso di altra cittadinanza.

Questo principio si applica senza limiti di generazioni: un discendente di cittadini italiani emigrati all’estero può richiedere il riconoscimento della cittadinanza italiana, dimostrando la discendenza ininterrotta da un avo italiano che non abbia mai rinunciato alla cittadinanza.

Cittadinanza per Nascita e Residenza in Italia (Ius Soli Temperato)

L’ordinamento italiano prevede una forma limitata di ius soli, che si applica in casi specifici:

  • Per i nati in Italia da genitori apolidi.
  • Per i nati in Italia da genitori ignoti.
  • Per i nati in Italia da genitori stranieri la cui legge nazionale non trasmette la cittadinanza ai figli nati all’estero.
  • Per i figli di ignoti trovati sul territorio italiano.

Inoltre, lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età, può diventare cittadino italiano facendo una dichiarazione di volontà in tal senso entro un anno dal compimento dei 18 anni (c.d. “elezione di cittadinanza”).

Cittadinanza per Matrimonio

Il coniuge straniero o apolide di cittadino italiano può acquisire la cittadinanza italiana presentando domanda dopo:

  • Due anni di residenza legale in Italia dopo il matrimonio, o
  • Tre anni dalla data del matrimonio se residente all’estero.

Questi termini sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi.

Per ottenere la cittadinanza per matrimonio, il richiedente deve soddisfare diversi requisiti:

  • Validità del matrimonio secondo l’ordinamento italiano.
  • Assenza di condanne penali per reati gravi.
  • Assenza di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica.
  • Dal 2018, conoscenza della lingua italiana a livello B1 del Quadro comune europeo di riferimento.

Cittadinanza per Naturalizzazione

La cittadinanza italiana può essere concessa per naturalizzazione allo straniero che risiede legalmente in Italia da un determinato periodo di tempo:

  • 10 anni per i cittadini non appartenenti all’Unione Europea.
  • 4 anni per i cittadini comunitari.
  • 5 anni per gli apolidi e i rifugiati, nonché per gli stranieri maggiorenni adottati da cittadini italiani.
  • 3 anni per i discendenti di ex cittadini italiani fino al secondo grado e per gli stranieri nati in Italia.
  • 3 anni di servizio alle dipendenze dello Stato italiano, anche all’estero.

La concessione della cittadinanza per naturalizzazione avviene con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno, ed è subordinata alla valutazione discrezionale dell’amministrazione. Il richiedente deve dimostrare:

  • Adeguata conoscenza della lingua italiana (livello B1).
  • Reddito sufficiente al sostentamento.
  • Assenza di precedenti penali.
  • Assenza di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica.

Altre Modalità di Acquisizione della Cittadinanza

Cittadinanza per Beneficio di Legge

In casi eccezionali, la cittadinanza può essere concessa per speciali meriti o per eminenti servizi resi all’Italia, su proposta del Ministro dell’Interno e deliberazione del Consiglio dei Ministri.

Cittadinanza per Adozione

Il minore straniero adottato da cittadino italiano acquisisce automaticamente la cittadinanza italiana. Se l’adozione avviene durante la maggiore età, lo straniero può acquisire la cittadinanza italiana dopo cinque anni di residenza legale in Italia successivi all’adozione.

Riacquisto della Cittadinanza

Chi ha perso la cittadinanza italiana può riacquistarla:

  • Stabilendo la residenza in Italia e dichiarando di voler riacquistare la cittadinanza.
  • Prestando servizio militare per lo Stato italiano.
  • Assumendo un impiego pubblico alle dipendenze dello Stato italiano.
  • Dichiarando di voler riacquistare la cittadinanza e risiedendo legalmente in Italia da almeno un anno.

Tabella 3: Requisiti per immigrazione e naturalizzazione in Italia

RequisitoDescrizione/CondizioniNote
Residenza10 anni (extra-UE), 4 anni (cittadini UE)Tra i periodi più lunghi d’Europa
MatrimonioDopo 2 anni di matrimonio (1 se residenti in Italia)Percorso semplificato
Lingua e CulturaLivello B1 di italiano, test di integrazione culturaleIntrodotto nel 2018 con decreto Salvini
Ritardi amministrativiTempi di risposta fino a 2 anniRidotto recentemente (prima fino a 4 anni)

PROCEDURE AMMINISTRATIVE E TEMPI DI ELABORAZIONE

Autorità Competenti

Le autorità competenti in materia di cittadinanza variano a seconda della modalità di acquisizione:

  • Per il riconoscimento della cittadinanza per discendenza (ius sanguinis): il Comune di residenza per i residenti in Italia, il Consolato italiano competente per i residenti all’estero.
  • Per la cittadinanza per matrimonio: il Prefetto della provincia di residenza per i residenti in Italia, il Consolato italiano competente per i residenti all’estero.
  • Per la cittadinanza per naturalizzazione: il Ministero dell’Interno, su istruttoria della Prefettura competente.
  • Per l’elezione di cittadinanza dei nati in Italia: l’Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza.

Procedura di Richiesta

Le procedure variano a seconda della modalità di acquisizione, ma generalmente prevedono:

  1. Presentazione della domanda con la documentazione richiesta.
  2. Verifica dei requisiti da parte dell’autorità competente.
  3. Decisione sull’accoglimento o rigetto della domanda.
  4. In caso di accoglimento, giuramento di fedeltà alla Repubblica (per le concessioni per matrimonio e naturalizzazione).

Dal 2015, le domande di cittadinanza per matrimonio e per naturalizzazione devono essere presentate esclusivamente per via telematica, attraverso il portale dedicato del Ministero dell’Interno.

Tempi di Elaborazione

I tempi di elaborazione delle domande di cittadinanza variano considerevolmente a seconda della modalità di acquisizione e del carico di lavoro degli uffici competenti:

  • Per il riconoscimento della cittadinanza per discendenza: da alcuni mesi a diversi anni, a seconda della complessità del caso e del carico di lavoro dell’ufficio competente.
  • Per la cittadinanza per matrimonio: fino a 24/36 mesi dalla presentazione della domanda.
  • Per la cittadinanza per naturalizzazione: fino a 48 mesi dalla presentazione della domanda.

Questi termini sono stati oggetto di modifiche legislative negli ultimi anni: il D.L. 113/2018 aveva esteso il termine massimo per la conclusione dei procedimenti da 24 a 48 mesi, mentre la legge 173/2020 ha ridotto questo termine a 36 mesi per le domande presentate dal 20 dicembre 2020.

Costi

I costi per l’acquisizione della cittadinanza italiana includono:

  • Contributo amministrativo di 250 euro per le domande di cittadinanza per matrimonio e per naturalizzazione.
  • Imposta di bollo di 16 euro, quando richiesta.
  • Costi di legalizzazione e traduzione dei documenti, variabili a seconda del Paese di origine e del numero di documenti.

STATISTICHE E TENDENZE RECENTI

Concessioni di Cittadinanza

Negli ultimi anni, il numero di concessioni di cittadinanza italiana ha mostrato un andamento variabile:

  • Nel 2022 le acquisizioni di cittadinanza hanno raggiunto il massimo storico di 213.000, con un incremento del 76% rispetto all’anno precedente.
  • Nel 2023 si è registrato un calo, con circa 168.000 acquisizioni (-21% rispetto al 2022).

Le modalità di acquisizione più comuni nel 2023 sono state:

Tebella 4 – Modalità di acquisizione della cittadinanza italiana e loro incidenza percentuale

Modalità di AcquisizionePercentuale Stimata
Naturalizzazione per residenza40%
Matrimonio con cittadino italiano10%
Trasmissione da genitore a figlio minore25%
Elezione al 18° anno di età per i nati in Italia20%
Riconoscimento iure sanguinis5%
  1. Naturalizzazione per residenza (circa il 40% del totale).
  2. Matrimonio con cittadino italiano (circa il 10% del totale).
  3. Trasmissione da genitore a figlio minore (circa il 25% del totale).
  4. Elezione al 18° anno di età per i nati in Italia (circa il 20% del totale).
  5. Riconoscimento iure sanguinis (circa il 5% del totale).

Comunità Straniere e Acquisizioni di Cittadinanza

Le comunità straniere con il maggior numero di acquisizioni di cittadinanza italiana sono:

  1. Marocchina
  2. Albanese
  3. Rumena
  4. Indiana
  5. Bangladese

Questa distribuzione riflette in parte la composizione della popolazione straniera residente in Italia, ma anche le diverse propensioni all’acquisizione della cittadinanza tra le varie comunità.

Distribuzione Territoriale

Le acquisizioni di cittadinanza non sono distribuite uniformemente sul territorio italiano:

  • Le regioni del Nord Italia (in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) registrano il maggior numero di acquisizioni, in linea con la maggiore presenza di stranieri residenti.
  • Le regioni del Sud e le Isole mostrano numeri significativamente inferiori.

Questa distribuzione riflette i diversi modelli di insediamento della popolazione straniera in Italia, con una maggiore concentrazione nelle aree economicamente più dinamiche del paese.

CITTADINANZA E IMMIGRAZIONE: IL SISTEMA DEI PERMESSI DI SOGGIORNO

Tipologie di Permessi di Soggiorno

Il sistema italiano prevede diverse tipologie di permessi di soggiorno, che consentono agli stranieri di risiedere legalmente in Italia:

  • Permesso di soggiorno per motivi di lavoro (subordinato, autonomo, stagionale).
  • Permesso di soggiorno per motivi familiari.
  • Permesso di soggiorno per motivi di studio.
  • Permesso di soggiorno per asilo e protezione internazionale.
  • Permesso di soggiorno per motivi di salute.
  • Permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

Quest’ultimo, che ha sostituito la vecchia “carta di soggiorno”, rappresenta un importante status intermedio tra il permesso di soggiorno ordinario e la cittadinanza.

Permesso di Soggiorno UE per Soggiornanti di Lungo Periodo

Il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo può essere rilasciato al cittadino straniero in possesso, da almeno 5 anni, di un permesso di soggiorno in corso di validità. Il richiedente deve dimostrare:

  • La disponibilità di un reddito minimo non inferiore all’assegno sociale annuo.
  • La conoscenza della lingua italiana a livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento.
  • Un alloggio idoneo, se la richiesta è estesa ai familiari.

Questo permesso ha durata illimitata e offre una serie di vantaggi rispetto ai permessi di soggiorno ordinari, tra cui la possibilità di entrare in Italia senza visto e di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Il Percorso verso la Cittadinanza

Il sistema dei permessi di soggiorno costituisce il primo passo nel percorso di integrazione degli stranieri in Italia. La progressione tipica prevede:

  1. Ingresso regolare con visto (quando richiesto).
  2. Ottenimento del primo permesso di soggiorno.
  3. Rinnovi successivi del permesso.
  4. Ottenimento del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
  5. Richiesta di cittadinanza italiana (generalmente dopo 10 anni di residenza legale).

Questo percorso, che può durare oltre un decennio, riflette una concezione della cittadinanza come punto di arrivo di un processo di integrazione, piuttosto che come strumento di integrazione.

CRITICITÀ E DIBATTITI ATTUALI

Tabella 5: Proposte di riforma della cittadinanza e posizioni politiche (2020–2025)

Proposta di riformaDescrizioneSostenitoriOppositori
Jus soli condizionatoCittadinanza per figli di residenti di lungo periodoCentrosinistra (PD), ONG, attivisti seconde generazioniDestra (Lega, Fratelli d’Italia)
Jus CulturaeCittadinanza dopo ciclo scolastico quinquennaleCentro-destra moderato, centrosinistraConservatori e destra nazionalista
Limitazioni Jus SanguinisRiconoscimento limitato ai nonni (terza generazione)Governo Meloni, Tajani (Forza Italia)Gruppi diaspora italiana
Riduzione requisiti residenzaRidurre requisito residenza da 10 a circa 5–7 anniAssociazioni pro-immigrati, deputati riformistiPartiti nazionalisti e di destra

Il Dibattito sullo Ius Soli e lo Ius Culturae

Uno dei dibattiti più accesi riguarda l’introduzione di forme di ius soli temperato o ius culturae (cittadinanza legata al percorso scolastico) per facilitare l’acquisizione della cittadinanza da parte dei minori stranieri nati o cresciuti in Italia.

Le proposte più discusse prevedono:

  • Ius soli temperato: concessione della cittadinanza ai nati in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno sia regolarmente soggiornante da un certo periodo (ad esempio, 5 anni).
  • Ius culturae: concessione della cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi in Italia (ad esempio, la scuola primaria o un ciclo scolastico completo).

Queste proposte mirano a facilitare l’integrazione delle seconde generazioni, riconoscendo il loro effettivo radicamento nella società italiana. Tuttavia, nonostante diversi tentativi legislativi, nessuna riforma in questo senso è stata finora approvata, a causa di resistenze politiche e divisioni nell’opinione pubblica.

Lunghezza e Complessità delle Procedure

Un’altra criticità riguarda la lunghezza e la complessità delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza, in particolare per naturalizzazione. I tempi di attesa, che possono superare i quattro anni, e la complessità burocratica rappresentano ostacoli significativi per molti richiedenti.

Le cause di queste difficoltà includono:

  • L’elevato numero di domande rispetto alle risorse amministrative disponibili.
  • La complessità delle verifiche richieste, in particolare per i richiedenti provenienti da paesi con sistemi amministrativi poco efficienti.
  • L’ampia discrezionalità amministrativa nella valutazione delle domande di naturalizzazione.

Discrezionalità Amministrativa e Certezza del Diritto

La concessione della cittadinanza per naturalizzazione è caratterizzata da un’ampia discrezionalità amministrativa. A differenza di altri paesi, dove il soddisfacimento di requisiti oggettivi crea un diritto all’acquisizione della cittadinanza, in Italia la decisione finale resta largamente discrezionale.

Questa discrezionalità, se da un lato consente una valutazione caso per caso, dall’altro può generare incertezza e potenziali disparità di trattamento. Inoltre, le decisioni di rigetto spesso contengono motivazioni generiche, rendendo difficile per il richiedente comprendere le ragioni del diniego e predisporre un’eventuale nuova domanda.

Cittadinanza e Integrazione

Un dibattito fondamentale riguarda il rapporto tra cittadinanza e integrazione: la cittadinanza deve essere considerata il punto di arrivo di un processo di integrazione già completato, o piuttosto uno strumento per favorire l’integrazione?

L’approccio italiano attuale tende verso la prima concezione, richiedendo un lungo periodo di residenza e una serie di requisiti (linguistici, economici, ecc.) prima di concedere la cittadinanza. Questo approccio è stato rafforzato dalle recenti modifiche legislative, che hanno introdotto requisiti più stringenti.

D’altra parte, vi sono proposte per un approccio più inclusivo, che veda la cittadinanza come uno strumento di integrazione, facilitandone l’acquisizione soprattutto per le seconde generazioni.

La Questione della Doppia Cittadinanza

Sebbene la legge italiana accetti esplicitamente la doppia cittadinanza, questa possibilità solleva questioni complesse in un mondo sempre più interconnesso:

  • Diritti e doveri potenzialmente conflittuali verso diversi Stati.
  • Questioni fiscali e di sicurezza sociale per i cittadini con doppia cittadinanza.
  • Implicazioni per la partecipazione politica in più paesi.

Queste questioni sono particolarmente rilevanti per l’Italia, che ha una vasta diaspora nel mondo e un numero crescente di nuovi cittadini che mantengono la cittadinanza d’origine.

LE PROSPETTIVE FUTURE

TENDENZE DEMOGRAFICHE E MIGRATORIE

L’Evoluzione Demografica dell’Italia

Le prospettive future della cittadinanza italiana sono strettamente legate alle tendenze demografiche del paese. L’Italia sta affrontando un significativo declino demografico, caratterizzato da:

  • Basso tasso di natalità (1,24 figli per donna nel 2023, ben al di sotto del tasso di sostituzione di 2,1)
  • Invecchiamento della popolazione (l’età media ha superato i 46 anni)
  • Diminuzione della popolazione in età lavorativa

Secondo le proiezioni dell’ISTAT, in assenza di significativi cambiamenti nei flussi migratori o nei tassi di natalità, la popolazione italiana potrebbe ridursi dai circa 59 milioni attuali a meno di 50 milioni entro il 2070, con un drastico aumento dell’età media.

Queste tendenze demografiche pongono sfide significative per la sostenibilità economica e sociale del paese, con potenziali implicazioni per le politiche sulla cittadinanza.

Evoluzione dei Flussi Migratori

I flussi migratori verso l’Italia hanno subito significative variazioni negli ultimi decenni e continueranno probabilmente a evolversi in risposta a fattori globali e regionali:

  • Pressioni migratorie dal Nord Africa e dal Medio Oriente, influenzate da instabilità politica, cambiamenti climatici e disparità economiche
  • Migrazione economica dall’Europa dell’Est e dai Balcani
  • Nuove forme di mobilità qualificata e temporanea
  • Potenziale aumento dei rifugiati climatici nei prossimi decenni

Secondo diverse proiezioni, l’immigrazione potrebbe rappresentare l’unico fattore di crescita demografica per l’Italia nei prossimi decenni, con un impatto significativo sulla composizione della popolazione e, di conseguenza, sulle politiche di cittadinanza.

Le Seconde e Terze Generazioni

Un aspetto particolarmente rilevante per il futuro della cittadinanza italiana riguarda le seconde e terze generazioni di immigrati. Attualmente, in Italia vivono circa un milione di minori stranieri, di cui oltre il 70% nati in Italia. Questi “italiani di fatto” rappresentano una sfida per l’attuale sistema basato principalmente sullo ius sanguinis.

Nei prossimi decenni, il numero di persone nate e cresciute in Italia da genitori stranieri continuerà a crescere, aumentando la pressione per una riforma che riconosca più facilmente la loro appartenenza alla società italiana. La mancata integrazione giuridica di queste generazioni potrebbe comportare costi sociali significativi in termini di coesione sociale e senso di appartenenza.

POSSIBILI RIFORME DELLA CITTADINANZA

Proposte di Riforma dello Ius Soli e Ius Culturae

Nel dibattito pubblico italiano sono emerse diverse proposte di riforma della cittadinanza, che potrebbero concretizzarsi nei prossimi anni:

Ius Soli Temperato

Questa proposta prevede la concessione della cittadinanza ai nati in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno sia regolarmente soggiornante da un certo periodo (ad esempio, 5 anni). A differenza dello ius soli puro (adottato ad esempio negli Stati Uniti), questa versione “temperata” richiede un legame stabile della famiglia con il territorio italiano.

Ius Culturae o Ius Scholae

Questa proposta lega l’acquisizione della cittadinanza al percorso scolastico, riconoscendo il ruolo fondamentale della scuola nel processo di integrazione. La cittadinanza verrebbe concessa ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi in Italia (ad esempio, la scuola primaria o un ciclo scolastico completo).

Riduzione dei Tempi per la Naturalizzazione

Un’altra possibile riforma riguarda la riduzione dei tempi richiesti per la naturalizzazione, attualmente fissati a 10 anni di residenza legale per i cittadini non comunitari. Una riduzione a 5-8 anni allineerebbe l’Italia a molti altri paesi europei.

Fattori che Influenzeranno le Riforme

L’adozione di queste riforme dipenderà da diversi fattori:

  • Equilibri politici: le diverse forze politiche hanno posizioni divergenti sul tema della cittadinanza, con alcuni partiti favorevoli a riforme in senso inclusivo e altri più orientati a mantenere o rafforzare l’attuale sistema.
  • Opinione pubblica: la percezione dell’immigrazione e dell’integrazione da parte dell’opinione pubblica influenzerà significativamente le possibilità di riforma.
  • Pressioni demografiche ed economiche: il declino demografico e le esigenze del mercato del lavoro potrebbero spingere verso politiche più inclusive.
  • Contesto europeo e internazionale: le tendenze nelle politiche di cittadinanza in altri paesi europei e le pressioni migratorie globali influenzeranno il dibattito italiano.

Scenari Possibili

Possiamo delineare tre scenari principali per l’evoluzione della cittadinanza italiana nei prossimi decenni:

  1. Scenario conservativo: mantenimento dell’attuale sistema basato principalmente sullo ius sanguinis, con eventuali modifiche minori per semplificare le procedure amministrative.
  2. Scenario di riforma moderata: introduzione di forme limitate di ius soli temperato o ius culturae, mantenendo comunque il principio dello ius sanguinis come base del sistema.
  3. Scenario di riforma ampia: adozione di un sistema misto che combini elementi di ius sanguinis, ius soli e ius culturae, con una significativa riduzione dei tempi per la naturalizzazione.

Lo scenario più probabile, considerando le tendenze attuali e il contesto politico italiano, sembra essere quello di una riforma moderata, che potrebbe concretizzarsi nei prossimi 5-10 anni in risposta alla crescente pressione delle seconde e terze generazioni.

CITTADINANZA E INTEGRAZIONE: NUOVI MODELLI

Ripensare il Rapporto tra Cittadinanza e Integrazione

Un tema centrale nel dibattito futuro sulla cittadinanza riguarderà il rapporto tra cittadinanza e integrazione. L’approccio attuale tende a considerare la cittadinanza come il punto di arrivo di un processo di integrazione già completato, richiedendo un lungo periodo di residenza e una serie di requisiti prima di concederla.

In futuro, potrebbe emergere una concezione alternativa, che veda la cittadinanza come uno strumento di integrazione, facilitandone l’acquisizione soprattutto per le seconde generazioni. Questa visione si basa sull’idea che il riconoscimento formale dell’appartenenza alla comunità nazionale possa favorire il senso di identità e responsabilità civica.

Nuovi Modelli di Appartenenza e Partecipazione

La cittadinanza tradizionale potrebbe essere affiancata da nuove forme di appartenenza e partecipazione:

  • Cittadinanza civica o di residenza: un insieme di diritti e doveri legati alla residenza stabile sul territorio, indipendentemente dalla cittadinanza formale.
  • Cittadinanza multilivello: riconoscimento formale dell’appartenenza a diverse comunità (locale, nazionale, europea, globale).
  • Cittadinanza partecipativa: legata all’effettiva partecipazione alla vita sociale, economica e culturale della comunità.

Questi modelli potrebbero rispondere meglio alla realtà di società sempre più diverse e mobili, dove l’appartenenza non è necessariamente esclusiva o permanente.

Il Ruolo dell’Educazione Civica

L’educazione civica potrebbe assumere un ruolo sempre più importante nel processo di acquisizione della cittadinanza. Oltre alla verifica della conoscenza della lingua e della cultura italiana, potrebbero essere sviluppati percorsi formativi specifici per i richiedenti la cittadinanza, volti a promuovere la conoscenza dei diritti e doveri, della storia e delle istituzioni italiane.

Questi percorsi potrebbero essere particolarmente rilevanti per le seconde generazioni, come parte integrante del loro percorso scolastico, facilitando così la loro piena integrazione nella società italiana.

CITTADINANZA NELL’ERA DIGITALE E GLOBALE

Cittadinanza Digitale

L’avvento delle tecnologie digitali sta già trasformando il concetto di cittadinanza, con l’emergere della “cittadinanza digitale” come insieme di diritti e doveri legati all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In Italia, questo concetto è stato formalmente riconosciuto con l’introduzione del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) e della Carta d’Identità Elettronica (CIE).

In futuro, la dimensione digitale della cittadinanza potrebbe assumere un’importanza crescente:

  • Identità digitale: sistemi sempre più sofisticati per la gestione dell’identità digitale, potenzialmente basati su tecnologie blockchain.
  • Partecipazione democratica digitale: nuove forme di partecipazione politica attraverso piattaforme digitali, come consultazioni pubbliche, bilanci partecipativi, ecc.
  • Diritti digitali: evoluzione dei diritti legati alla privacy, all’accesso all’informazione, alla neutralità della rete, ecc.

Queste trasformazioni potrebbero ridefinire il significato stesso della cittadinanza, aggiungendo una dimensione digitale ai tradizionali diritti e doveri civili, politici e sociali.

Cittadinanza Transnazionale e Multipla

In un mondo sempre più interconnesso, la cittadinanza multipla diventerà probabilmente più comune e accettata. L’Italia, che già riconosce la doppia cittadinanza, potrebbe vedere un aumento significativo del numero di cittadini con cittadinanza multipla, sia per effetto dell’immigrazione che dell’emigrazione.

Questa tendenza solleverà questioni complesse:

  • Diritti e doveri potenzialmente conflittuali: come gestire situazioni in cui i doveri verso diversi Stati entrano in conflitto?
  • Partecipazione politica transnazionale: quale impatto avrà la crescente partecipazione politica di cittadini che vivono all’estero o che hanno legami con più paesi?
  • Fiscalità internazionale: come gestire le questioni fiscali per i cittadini con residenza in un paese diverso da quello di cittadinanza?

Cittadinanza Europea e Identità Sovranazionali

La cittadinanza europea, introdotta dal Trattato di Maastricht nel 1992, rappresenta un esempio unico di cittadinanza sovranazionale. Nei prossimi decenni, questa dimensione potrebbe rafforzarsi, con un’espansione dei diritti legati alla cittadinanza europea e un maggiore senso di identità europea, soprattutto tra le giovani generazioni.

L’evoluzione della cittadinanza europea potrebbe influenzare significativamente la cittadinanza italiana:

  • Armonizzazione delle legislazioni nazionali: pressioni per una maggiore convergenza delle normative sulla cittadinanza tra i paesi membri dell’UE.
  • Mobilità intra-europea: facilitazione ulteriore della mobilità e dell’integrazione dei cittadini europei in altri Stati membri.
  • Identità multiple e complementari: rafforzamento di un modello di identità a cerchi concentrici (locale, nazionale, europea, globale).

SFIDE EMERGENTI E QUESTIONI ETICHE

Cittadinanza e Cambiamenti Climatici

I cambiamenti climatici rappresentano una delle sfide più significative per il futuro, con potenziali implicazioni anche per la cittadinanza. Nei prossimi decenni, potremmo assistere a:

  • Aumento dei rifugiati climatici: persone costrette a lasciare i loro paesi a causa di eventi climatici estremi o del degrado ambientale.
  • Scomparsa di territori abitati: alcune aree costiere o isole potrebbero diventare inabitabili a causa dell’innalzamento del livello del mare.
  • Nuove forme di protezione: potrebbero emergere nuove categorie giuridiche per proteggere le persone colpite dai cambiamenti climatici.

L’Italia, per la sua posizione geografica, potrebbe essere particolarmente esposta a flussi migratori legati ai cambiamenti climatici, con conseguenti pressioni sul sistema di cittadinanza e immigrazione.

Cittadinanza e Intelligenza Artificiale

L’avanzamento dell’intelligenza artificiale solleva questioni inedite anche in relazione alla cittadinanza:

  • Automazione e mercato del lavoro: l’impatto dell’automazione sul mercato del lavoro potrebbe influenzare le politiche migratorie e, indirettamente, quelle sulla cittadinanza.
  • Sistemi automatizzati di decisione: l’uso di algoritmi nei processi decisionali relativi all’immigrazione e alla cittadinanza solleva questioni di trasparenza, equità e responsabilità.
  • Nuove forme di identità e appartenenza: l’emergere di comunità virtuali e identità digitali potrebbe sfidare i concetti tradizionali di appartenenza nazionale.

Questioni Etiche e di Giustizia Globale

Il dibattito futuro sulla cittadinanza dovrà confrontarsi con questioni etiche fondamentali:

  • Giustizia globale: in un mondo caratterizzato da profonde disuguaglianze, la cittadinanza rappresenta uno dei principali fattori di privilegio o svantaggio alla nascita. Come conciliare questo con principi di giustizia globale?
  • Responsabilità verso le generazioni future: le politiche sulla cittadinanza e l’immigrazione hanno effetti a lungo termine sulla composizione e la coesione della società. Quale responsabilità abbiamo verso le generazioni future?
  • Bilanciamento tra diritti individuali e collettivi: come bilanciare il diritto degli individui alla mobilità e all’appartenenza con il diritto delle comunità a mantenere la propria identità e coesione?

SCENARI DI LUNGO PERIODO (2050 E OLTRE)

Scenario 1: Cittadinanza Inclusiva e Multilivello

In questo scenario, l’Italia adotta un approccio inclusivo alla cittadinanza, combinando elementi di ius sanguinis, ius soli e ius culturae. La cittadinanza viene concepita come multilivello, con un riconoscimento formale dell’appartenenza a diverse comunità (locale, nazionale, europea, globale).

Caratteristiche principali:

  • Acquisizione automatica della cittadinanza per i nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti
  • Percorsi facilitati per l’acquisizione della cittadinanza attraverso l’istruzione
  • Riduzione dei tempi per la naturalizzazione (5-6 anni)
  • Pieno riconoscimento della cittadinanza multipla
  • Rafforzamento della dimensione europea della cittadinanza

Questo scenario potrebbe realizzarsi in un contesto di declino demografico significativo, con un ampio consenso politico sulla necessità di attrarre e integrare nuovi cittadini per garantire la sostenibilità economica e sociale del paese.

Scenario 2: Cittadinanza Selettiva e Meritocratica

In questo scenario, l’Italia mantiene un approccio restrittivo all’acquisizione della cittadinanza, ma introduce elementi meritocratici per attrarre talenti e competenze.

Caratteristiche principali:

  • Mantenimento del principio dello ius sanguinis come base del sistema
  • Percorsi accelerati per l’acquisizione della cittadinanza basati su criteri meritocratici (istruzione, competenze, contributo economico)
  • Programmi specifici per attrarre “cittadini di valore” (investitori, imprenditori, ricercatori, artisti)
  • Requisiti più stringenti per la naturalizzazione ordinaria (conoscenza avanzata della lingua, integrazione culturale, stabilità economica)

Questo scenario potrebbe realizzarsi in un contesto di competizione globale per i talenti, con un’enfasi sulla qualità piuttosto che sulla quantità dell’immigrazione.

Scenario 3: Cittadinanza Post-Nazionale

In questo scenario più radicale, il concetto tradizionale di cittadinanza nazionale viene progressivamente superato, a favore di nuove forme di appartenenza e partecipazione.

Caratteristiche principali:

  • Separazione tra nazionalità (appartenenza culturale) e cittadinanza (status giuridico)
  • Cittadinanza di residenza, con diritti e doveri legati principalmente alla residenza stabile sul territorio
  • Rafforzamento della cittadinanza europea come principale riferimento giuridico
  • Nuove forme di cittadinanza transnazionale e globale
  • Riconoscimento di identità multiple e fluide

Questo scenario, più improbabile nel breve-medio periodo, potrebbe emergere in un contesto di profonda trasformazione delle identità nazionali e di rafforzamento delle istituzioni sovranazionali.

Fonti Istituzionali

Studi e Pubblicazioni

  • Aucello, T. (2021). “La cittadinanza italiana e la sua evoluzione”. Storia Costituzionale del Risorgimento.
  • Bussotti, L. (2002). “La cittadinanza degli italiani. Analisi storica e critica sociologica di una questione irrisolta”. Franco Angeli.
  • Colombo, E., Domaneschi, L., & Marchetti, C. (2011). “Citizenship and multiple belonging. Representations of inclusion, identification and participation among children of immigrants in Italy”. Journal of Modern Italian Studies.
  • Costa, P. (2005). “Cittadinanza”. Laterza.
  • Grosso, E. (1997). “Le vie della cittadinanza. Le grandi radici, i modelli storici di riferimento”. CEDAM.
  • Zincone, G. (2010). “Citizenship Policy Making in Mediterranean EU States: Italy”. EUDO Citizenship Observatory.

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