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Professional Organizer: Introduzione alla Professione

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Introduzione al professional organizing

Il professional organizing è un’attività professionale che si è sviluppata negli ultimi decenni per rispondere alle crescenti esigenze di organizzazione e ottimizzazione degli spazi e del tempo nella vita moderna. Questa disciplina si propone di aiutare individui e aziende a gestire in modo più efficiente ed efficace i propri ambienti, oggetti, documenti e impegni quotidiani. L’obiettivo principale del professional organizing è quello di migliorare la produttività, ridurre lo stress e creare spazi più funzionali e piacevoli in cui vivere e lavorare.

Il professional organizer è la figura professionale che si occupa di fornire questi servizi specializzati. Questo professionista guida i clienti attraverso un processo articolato che comprende diverse fasi: dall’analisi iniziale delle esigenze, passando per il decluttering e la riorganizzazione degli spazi, fino all’implementazione di sistemi e routine per mantenere l’ordine nel lungo periodo. Il lavoro del professional organizer non si limita quindi a una semplice pulizia o riordino superficiale, ma mira a creare un cambiamento duraturo nelle abitudini e nell’approccio all’organizzazione dei propri clienti.

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Storia e sviluppo della professione

Le origini del professional organizing come professione riconosciuta si possono far risalire agli Stati Uniti degli anni ’80. Fu proprio nel 1984 che nacque a Los Angeles la prima associazione di categoria, la National Association of Professional Organizers (NAPO). Questo evento segnò un momento fondamentale per il riconoscimento e la standardizzazione di questa nuova figura professionale.

Da quel momento, la professione ha conosciuto una diffusione progressiva in molti paesi, soprattutto di cultura anglosassone. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, in particolare, il ruolo del professional organizer si è consolidato rapidamente, diventando una figura sempre più richiesta sia in ambito domestico che aziendale.

In Italia, lo sviluppo di questa professione è stato più tardivo, iniziando a prendere piede solo a partire dagli anni 2010. Questo ritardo può essere attribuito a diversi fattori culturali e sociali, tra cui una minore percezione dell’importanza dell’organizzazione come disciplina a sé stante e una tendenza a gestire in autonomia o in ambito familiare le questioni legate all’ordine e alla gestione degli spazi.

Alcuni momenti chiave nello sviluppo della professione a livello internazionale includono la pubblicazione nel 2009 del metodo Danshari in Giappone, che ha portato una nuova prospettiva minimalista nell’approccio all’organizzazione. Successivamente, nel 2011, la pubblicazione del metodo KonMari di Marie Kondo ha contribuito a portare il tema dell’organizzazione e del decluttering all’attenzione del grande pubblico, grazie anche al successo internazionale dei suoi libri e alla serie Netflix dedicata al suo metodo.

In Italia, un passaggio importante è stata la fondazione nel 2013 di APOI, l’Associazione Professional Organizers Italia. Questa associazione ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione e nella regolamentazione della professione nel nostro paese, offrendo formazione, networking e supporto ai professionisti del settore.

Ruolo e competenze del professional organizer

Il ruolo del professional organizer è multifaceted e richiede una combinazione di competenze tecniche, relazionali e creative. In primo luogo, questo professionista aiuta i clienti a eliminare il superfluo e a fare decluttering.

Decluttering

Organizzare, sgombrare, eliminare il superfluo, questo è un processo che va sotto il nome di decluttering. Un processo che va ben oltre il semplice “buttare via” e che implica una riflessione profonda sul rapporto con gli oggetti e sulle proprie priorità. Il professional organizer guida il cliente in questo percorso, fornendo supporto emotivo e pratico nelle decisioni su cosa conservare e cosa lasciar andare.

Qual è la regola 20 20 20 per il decluttering?

Questa semplice regola è che se riesci a sostituire qualcosa che stai declutterando in meno di 20 minuti per meno di 20 euro, puoi declutterarlo. C’è altro su come mettere in pratica questo, quindi aspetta, ma ADORO questa regola per gli oggetti su cui stiamo tergiversando.

Riorganizzare e rifunzionalizzare

Una volta completata la fase di decluttering, il professional organizer si occupa di riorganizzare e ottimizzare gli spazi. Questo processo richiede una profonda comprensione delle esigenze del cliente, della funzionalità degli ambienti e delle migliori pratiche di organizzazione. Il professionista deve essere in grado di visualizzare le potenzialità di uno spazio e proporre soluzioni creative e personalizzate che migliorino l’efficienza e l’estetica dell’ambiente.

Un altro aspetto fondamentale del lavoro del professional organizer è la creazione di sistemi di organizzazione personalizzati. Questi sistemi devono essere adattati alle specifiche esigenze e abitudini del cliente, in modo da essere facilmente mantenibili nel tempo. Ciò può includere la progettazione di sistemi di archiviazione, la creazione di routine quotidiane, l’implementazione di strumenti digitali per la gestione delle informazioni e molto altro.

Gestire il tempo

Il professional organizer si occupa anche di migliorare la gestione del tempo e la produttività dei propri clienti. Questo aspetto è particolarmente rilevante in ambito lavorativo, ma può avere un impatto significativo anche nella vita personale. Il professionista aiuta i clienti a identificare le priorità, a eliminare le attività superflue e a implementare tecniche di time management efficaci.

Infine, un compito cruciale del professional organizer è quello di aiutare i clienti a implementare abitudini e routine più efficienti. Questo processo di cambiamento comportamentale richiede pazienza, empatia e capacità di coaching. Il professionista deve essere in grado di motivare i clienti, aiutarli a superare le resistenze al cambiamento e fornire strumenti e strategie per mantenere i risultati nel lungo periodo.

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Le competenze del professional organizer

Per svolgere efficacemente questi compiti, il professional organizer deve possedere un ampio set di competenze. La capacità di analisi e problem solving è fondamentale per identificare le cause dei problemi di disorganizzazione e proporre soluzioni efficaci. L’empatia e le skills relazionali sono essenziali per costruire un rapporto di fiducia con i clienti e gestire le situazioni emotivamente cariche che spesso emergono durante il processo di decluttering.

La creatività e il pensiero out-of-the-box sono importanti per trovare soluzioni innovative a problemi di organizzazione complessi. Una profonda conoscenza di metodi e tecniche di organizzazione è ovviamente un prerequisito, così come competenze di project management per gestire efficacemente i progetti di riorganizzazione.

Infine, le abilità nel coaching e nell’insegnamento sono cruciali per trasmettere conoscenze e competenze ai clienti, permettendo loro di mantenere l’ordine e l’organizzazione anche dopo la fine dell’intervento del professionista.

Metodologie e tecniche di organizzazione

Nel corso degli anni, diversi esperti e professionisti hanno sviluppato metodologie codificate per l’organizzazione e il decluttering. Queste metodologie forniscono un framework strutturato che i professional organizer possono adattare e applicare in base alle specifiche esigenze dei loro clienti.

Il metodo SPACE

Una delle metodologie più note è il metodo SPACE, un acronimo che sta per Sort (Selezionare), Purge (Eliminare), Assign a home (Assegnare una collocazione), Containerize (Contenere) ed Equalize (Equilibrare). Questo metodo offre un approccio sistematico al processo di organizzazione, guidando il cliente attraverso fasi ben definite.

La fase di “Sort” prevede la raccolta e la categorizzazione di tutti gli oggetti presenti in un determinato spazio. Questa fase permette di avere una visione d’insieme di ciò che si possiede e di iniziare a identificare gli elementi superflui. La fase “Purge” è il momento in cui si prendono decisioni su cosa conservare e cosa eliminare. Questa fase può essere emotivamente impegnativa per molti clienti e richiede una guida sensibile da parte del professional organizer.

“Assign a home” è la fase in cui si decide dove collocare gli oggetti che si è deciso di conservare. Questo passaggio è cruciale per creare un sistema organizzativo funzionale e intuitivo. “Containerize” implica la scelta e l’utilizzo di contenitori e sistemi di archiviazione appropriati per mantenere l’ordine. Infine, “Equalize” è la fase di mantenimento, in cui si implementano routine e abitudini per mantenere il nuovo sistema organizzativo nel tempo.

Il metodo Danshari

Un’altra metodologia influente è il metodo Danshari, sviluppato in Giappone. Questo approccio si basa su tre principi: Dan (Rifiutare), Sha (Eliminare) e Ri (Separare). Il metodo Danshari enfatizza l’importanza di ridurre al minimo i possessi materiali e di liberarsi dall’attaccamento agli oggetti. Questo approccio può essere particolarmente efficace per clienti che desiderano adottare uno stile di vita più minimalista.

Il metodo KonMari

Il metodo KonMari, reso famoso da Marie Kondo, propone un approccio unico al decluttering e all’organizzazione. Questo metodo prevede di raccogliere tutti gli oggetti per categoria (ad esempio, tutti i vestiti, tutti i libri, ecc.) e poi decidere cosa conservare basandosi sul criterio della “scintilla di gioia”. Gli oggetti che non suscitano questa sensazione positiva vengono eliminati. Una volta completato il processo di selezione, ogni oggetto deve avere una collocazione specifica.

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Oltre a queste metodologie strutturate, i professional organizer utilizzano una varietà di tecniche e strumenti per aiutare i loro clienti. Ad esempio, la regola delle 4D (Do, Defer, Delegate, Delete) può essere utile per la gestione delle email e delle attività lavorative. La tecnica del pomodoro, che prevede sessioni di lavoro concentrate intervallate da brevi pause, può essere efficace per migliorare la gestione del tempo e la produttività.

Per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi, tecniche come l’home staging possono essere utilizzate per valorizzare gli ambienti, sia in vista di una vendita immobiliare che semplicemente per migliorare la vivibilità di uno spazio. Questa tecnica implica la disposizione strategica dei mobili, l’utilizzo ottimale della luce e l’eliminazione degli elementi di disturbo visivo per creare ambienti più accoglienti e funzionali.

È importante sottolineare che un professional organizer esperto non si limita ad applicare rigidamente una singola metodologia, ma sa come combinare e adattare diverse tecniche in base alle esigenze specifiche di ogni cliente. La flessibilità e la capacità di personalizzare l’approccio sono fondamentali per ottenere risultati duraturi e soddisfacenti.

Aree di intervento

Il campo di azione del professional organizer è estremamente vasto e può toccare praticamente ogni aspetto della vita quotidiana e professionale. Una delle aree principali di intervento è sicuramente l’ambito domestico. In questo contesto, il professional organizer può occuparsi del decluttering generale della casa, aiutando i clienti a liberarsi degli oggetti superflui e a creare spazi più ariosi e funzionali.

Casa

Un’attenzione particolare viene spesso dedicata all’organizzazione di armadi e guardaroba, un’area che molte persone trovano particolarmente problematica. Il professional organizer può suggerire sistemi di organizzazione efficaci, come la suddivisione per colore o per tipologia di capo, e può proporre soluzioni di archiviazione innovative per massimizzare lo spazio disponibile.

La sistemazione di garage e cantine è un’altra area in cui l’intervento di un professional organizer può fare una grande differenza. Questi spazi tendono spesso a diventare depositi disordinati di oggetti non utilizzati. Il professionista può aiutare a trasformarli in aree funzionali e ben organizzate, magari creando zone dedicate al bricolage, al giardinaggio o allo stoccaggio stagionale.

In cucina, l’ottimizzazione degli spazi è fondamentale per rendere più efficiente e piacevole la preparazione dei pasti. Il professional organizer può suggerire soluzioni per organizzare dispense, frigoriferi e cassetti in modo da rendere tutto facilmente accessibile e visibile, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza.

Ufficio

Passando all’ambito lavorativo, il professional organizer può offrire un supporto prezioso nell’organizzazione degli uffici. La gestione dei documenti, sia cartacei che digitali, è spesso un punto critico. Il professionista può implementare sistemi di archiviazione efficaci, che permettano di trovare rapidamente le informazioni necessarie e di rispettare le normative sulla conservazione dei documenti.

L’organizzazione della scrivania è un altro aspetto importante per migliorare la produttività in ufficio. Il professional organizer può suggerire layout ottimali e strategie per mantenere la scrivania libera dal disordine, creando un ambiente di lavoro più piacevole e meno stressante.

La creazione di sistemi di archiviazione efficienti è fondamentale non solo per i documenti fisici, ma anche per quelli digitali. Il professional organizer può aiutare a strutturare cartelle e file in modo logico e intuitivo, implementare sistemi di backup e suggerire strumenti per la gestione dei file condivisi in ambienti di lavoro collaborativi.

Vita personale

Oltre agli spazi fisici, il professional organizer può intervenire anche nell’organizzazione della vita personale dei clienti. Il time management è un’area in cui molte persone incontrano difficoltà. Il professionista può fornire strumenti e tecniche per una gestione più efficace del tempo, aiutando i clienti a identificare le priorità, a eliminare le attività non essenziali e a creare routine più produttive.

La gestione dell’agenda e delle to-do list è un altro aspetto cruciale. Il professional organizer può suggerire metodi e strumenti, sia analogici che digitali, per tenere traccia degli impegni e delle attività da svolgere in modo più efficace. Questo può includere l’uso di app specifiche, l’implementazione di sistemi come il bullet journaling o l’adozione di tecniche come la matrice di Eisenhower per la prioritizzazione delle attività.

La pianificazione degli obiettivi è un’area in cui l’intervento di un professional organizer può avere un impatto significativo sulla vita dei clienti. Il professionista può guidare il cliente nel processo di definizione di obiettivi chiari e raggiungibili, nella creazione di piani d’azione dettagliati e nell’implementazione di sistemi di monitoraggio dei progressi.

Infine, il professional organizer può offrire un supporto prezioso in occasione di eventi specifici che richiedono una particolare organizzazione. L’organizzazione di traslochi, ad esempio, può essere un processo stressante e complesso. Il professionista può aiutare a pianificare ogni fase del trasloco, dalla selezione di ciò che si vuole portare nella nuova casa, alla gestione dei fornitori, fino all’organizzazione efficiente degli spazi nella nuova abitazione.

La preparazione della casa per la vendita è un altro ambito in cui l’expertise di un professional organizer può fare la differenza. Attraverso tecniche di home staging e decluttering mirato, il professionista può aiutare a presentare la casa nel modo migliore possibile, aumentando le possibilità di una vendita rapida e vantaggiosa.

Infine, il professional organizer può offrire un supporto prezioso in situazioni di riorganizzazione post eventi critici, come lutti o divorzi. In questi momenti delicati, il professionista può aiutare a gestire in modo sensibile e efficiente il processo di selezione, organizzazione o eliminazione degli oggetti, contribuendo a creare un nuovo ordine in un momento di transizione.

Come avviare un’attività di professional organizing

Intraprendere una carriera come professional organizer richiede una preparazione accurata e un approccio strategico. Il primo passo fondamentale è acquisire una formazione specifica nel campo dell’organizzazione professionale. Esistono numerosi corsi e programmi di certificazione offerti da associazioni di categoria e istituti specializzati. Questi percorsi formativi non solo forniscono le competenze tecniche necessarie, ma offrono anche una comprensione approfondita degli aspetti etici e pratici della professione.

Una volta acquisita una solida base di conoscenze, è importante definire chiaramente i servizi che si intendono offrire e il target di clientela a cui ci si vuole rivolgere. Il campo del professional organizing è vasto e può essere vantaggioso specializzarsi in una nicchia specifica, come l’organizzazione di uffici, la gestione di traslochi o il decluttering per famiglie. Questa specializzazione può aiutare a differenziarsi sul mercato e a costruire una reputazione in un settore specifico.

Dal punto di vista pratico, è necessario scegliere la forma giuridica più appropriata per la propria attività e adempiere a tutti gli obblighi fiscali e burocratici. Può essere utile consultare un commercialista o un consulente aziendale per navigare questi aspetti in modo corretto.

La creazione di un brand forte e riconoscibile è un altro passo cruciale. Questo include la scelta di un nome accattivante per l’attività, la creazione di un logo e di materiali di marketing coerenti. È fondamentale sviluppare una presenza online efficace, che includa un sito web professionale e una gestione attiva dei social media. Questi canali sono essenziali non solo per promuovere i propri servizi, ma anche per condividere consigli e dimostrare la propria expertise nel campo dell’organizzazione.

Il networking è un aspetto fondamentale per il successo in questa professione. Partecipare a eventi di settore, unirsi ad associazioni professionali e collaborare con altri professionisti (come architetti d’interni, agenti immobiliari o coach personali) può aiutare a costruire una rete di contatti e a generare referenze. È anche importante coltivare relazioni con fornitori di prodotti per l’organizzazione, in modo da poter offrire ai propri clienti soluzioni complete.

I primi passi nel mondo del Professional Organizing

La ricerca dei primi clienti può essere una sfida. Oltre al marketing tradizionale, può essere efficace offrire consultazioni gratuite o workshop introduttivi per far conoscere i propri servizi. Collaborare con organizzazioni locali o offrire i propri servizi per eventi di beneficenza può anche essere un modo per guadagnare visibilità e costruire una reputazione positiva nella comunità.

Man mano che si acquisiscono esperienze, è fondamentale costruire un portfolio di progetti completati con successo. Questo può includere fotografie “prima e dopo”, testimonianze dei clienti e case study dettagliati. Un portfolio solido non solo aiuta ad attrarre nuovi clienti, ma può anche essere utile per ottenere copertura mediatica o opportunità di speaking.

È consigliabile iniziare offrendo pacchetti di servizi a prezzo fisso, in modo da rendere più facile per i potenziali clienti capire esattamente cosa stanno acquistando. Con l’esperienza, si può poi passare a offerte più personalizzate e tariffe orarie per progetti più complessi.

Infine, è importante ricordare che il successo come professional organizer non dipende solo dalle competenze tecniche, ma anche dalla capacità di costruire relazioni di fiducia con i clienti. L’empatia, la pazienza e l’abilità di motivare e ispirare sono qualità fondamentali in questa professione.

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Associazioni professionali e certificazioni

In Italia, l’Associazione Professional Organizers Italia (APOI) è il principale punto di riferimento per i professionisti del settore. Fondata nel 2013, APOI si impegna a promuovere la cultura dell’organizzazione in Italia e a supportare lo sviluppo professionale dei suoi membri. L’associazione offre percorsi di formazione, eventi di networking e collabora con altre organizzazioni per aumentare la visibilità della professione.

Le certificazioni professionali giocano un ruolo importante nel dimostrare competenza e impegno nel campo del professional organizing. Una delle certificazioni più riconosciute a livello internazionale è il Certified Professional Organizer (CPO), rilasciata dal Board of Certification for Professional Organizers (BCPO). Per ottenere questa certificazione, i candidati devono dimostrare una significativa esperienza nel settore, superare un esame completo e impegnarsi in un percorso di formazione continua.

La NAPO offre anche una serie di Specialist Certificates in aree specifiche come l’organizzazione residenziale, l’organizzazione di uffici e l’organizzazione digitale. Questi certificati permettono ai professional organizer di dimostrare competenze specializzate in settori specifici del loro lavoro.

In Italia, APOI ha sviluppato l’Attestato Qualificato APOI, un riconoscimento che certifica la professionalità e la competenza dei professional organizer che hanno completato un percorso formativo specifico e superato un esame finale.

Queste certificazioni non solo forniscono una validazione delle competenze del professional organizer, ma possono anche essere un importante strumento di marketing per attrarre nuovi clienti. Molti clienti, soprattutto nel settore aziendale, apprezzano la rassicurazione offerta da una certificazione riconosciuta.

Tendenze e sviluppi futuri

Il campo del professional organizing è in costante evoluzione, influenzato dai cambiamenti sociali, tecnologici e culturali. Guardando al futuro, possiamo identificare diverse tendenze emergenti che probabilmente plasmeranno il settore nei prossimi anni.

Una delle tendenze più evidenti è la crescente domanda di servizi di decluttering. Con l’aumentare della consapevolezza degli effetti negativi del disordine sulla salute mentale e sul benessere generale, sempre più persone cercano l’aiuto di professionisti per semplificare e organizzare le loro vite. Questa tendenza è stata ulteriormente accelerata dalla pandemia di COVID-19, che ha portato molte persone a riconsiderare l’importanza dello spazio domestico e dell’organizzazione personale.

La specializzazione in nicchie specifiche sta diventando sempre più comune tra i professional organizer. Mentre alcuni professionisti continuano a offrire servizi generali, altri stanno scegliendo di concentrarsi su aree specifiche come l’organizzazione digitale, l’organizzazione per persone con ADHD o disturbi dello spettro autistico, o l’organizzazione per anziani che stanno ridimensionando le loro abitazioni. Questa specializzazione permette ai professional organizer di sviluppare competenze approfondite in aree specifiche e di differenziarsi in un mercato sempre più competitivo.

L’integrazione con le tecnologie smart home rappresenta un’altra area di sviluppo interessante. Con la diffusione di dispositivi connessi e sistemi di automazione domestica, i professional organizer dovranno sempre più essere in grado di integrare queste tecnologie nelle loro soluzioni organizzative. Ciò potrebbe includere l’uso di assistenti vocali per la gestione delle liste di cose da fare, l’implementazione di sistemi di etichettatura digitale, o l’utilizzo di app per la gestione dell’inventario domestico.

Il focus sulla sostenibilità e sul riuso sta diventando sempre più importante nel campo del professional organizing. I clienti sono sempre più consapevoli dell’impatto ambientale del consumo eccessivo e cercano modi per ridurre i loro sprechi. I professional organizer dovranno adattarsi a questa tendenza, offrendo soluzioni che privilegiano il riuso, il riciclo e lo smaltimento responsabile degli oggetti non più necessari.

La collaborazione con altri professionisti, come psicologi e coach, sta diventando più comune. Riconoscendo che i problemi di disorganizzazione spesso hanno radici più profonde legate a questioni emotive o comportamentali, molti professional organizer stanno cercando di offrire un approccio più olistico, collaborando con esperti in salute mentale e sviluppo personale.

Lo sviluppo di app e strumenti digitali di supporto rappresenta un’altra area di crescita potenziale. Mentre molti professional organizer già utilizzano app per la gestione dei progetti e la comunicazione con i clienti, c’è spazio per lo sviluppo di strumenti più specializzati. Questi potrebbero includere app per il monitoraggio dei progressi del cliente, sistemi di inventario digitale, o piattaforme per la condivisione di piani organizzativi personalizzati.

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